“Restiamo sconcertati dall’approssimazione con la quale il governo affronta la delicata questione dell’Afghanistan. Il fatto che il Ministro degli Esteri abbia manifestato stupore per l’annunciato ritiro delle truppe italiane ci conferma che la vicenda viene gestita con dilettantismo. Ricordiamo che nei mesi passati è stata modificata la legge sulle missioni militari internazionali con un consenso ampio e condiviso di maggioranza e opposizioni dell’epoca e che, proprio adesso, è in corso un confronto in Parlamento su questo delicato tema. Bisogna discutere con trasparenza di questa vicenda ricordando che l’intervento in Afghanistan è stato deciso dalla comunità internazionale dopo l’attentato dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle. In Afghanistan delle fragili istituzioni continuano ad essere minacciate da gruppi fondamentalisti assolutamente inaffidabili. C’è quindi una situazione di pericolo in quella parte del mondo e nel contesto internazionale. Proseguono attentati come quello recente nelle Filippine. E dall’area della Siria, fino a quella dell’Afghanistan e in altre parti del mondo, gruppi di fondamentalisti e di terroristi animano un’offensiva che ha assunto, da anni, una dimensione planetaria. Chiediamo una immediata discussione in Parlamento di questa decisione, per soppesare sia gli aspetti di sicurezza che quelli di politica internazionale, per valutare la nostra presenza militare e le effettive condizioni di un ritiro delle truppe italiane e di quelle, evidentemente, degli altri Paesi. Non siamo in Afghanistan per uno scherzo della storia, ma per contrastare un terrorismo che minaccia la comunità internazionale. Le modalità con cui vengono annunciate queste decisioni sono sconcertanti. Lo certifica la confusione nel governo. Ancora una volta il Parlamento è considerato un luogo di intralcio col quale non confrontarsi. Lo abbiamo visto dalla politica economica ai decreti, ora lo registriamo anche sui temi della difesa
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