“Mesi fa ho presentato un’interrogazione al Ministro della Giustizia sul caso del magistrato Luigi Patronaggio, autore di un incredibile editoriale su un importante quotidiano, in cui criticava la sentenza di assoluzione del Ministro Salvini emessa dal Tribunale di Palermo sul caso Open Arms e contestava le politiche dell’immigrazione del governo con affermazioni non solo sorprendenti ma anche false. Quell’articolo, ideologicamente schierato, era chiaramente un atto ostile nei confronti del governo. Nella risposta alla mia interrogazione, il ministro Nordio riporta alcuni passaggi di una relazione richiesta a Patronaggio, oggi Procuratore generale presso la Corte d’Appello di Cagliari, proprio su quell’articolo. Per fortuna, apprendo che il magistrato non si occupa più di immigrazione da almeno tre anni. Ma leggo anche il tentativo risibile di far passare una presa di posizione politica per ‘considerazioni giuridiche’ e per ‘un ragionamento sulla tutela dei diritti umani’. Ma come si può far passare per scientifico uno scritto in cui Patronaggio esprimeva ‘amarezza’, parlava di ‘fantasiosi quanto impraticabili blocchi navali’ e sosteneva che questo governo avrebbe dato ordini alle navi Ong ‘di percorrere, dopo pericolosi e sfiancanti salvataggi in mare, migliaia di miglia nautiche per raggiungere un porto sicuro scelto dall’autorità nazionale secondo estroversi disegni elettorali del momento’ negando ai migranti ‘il diritto alla corrispondenza telefonica con i loro cari e imponendo pesanti cauzioni’? Fortunatamente, la risposta del Ministro Nordio chiarisce che l’uso politico della giustizia anche a fini di propaganda sta per finire. Il ministro è d’accordo con me sul fatto che ‘sempre più frequentemente singoli esponenti dell’ordine giudiziario ritengono di poter assumere pubblicamente posizioni politiche o di poter partecipare ad iniziative su temi politicamente sensibili, con un atteggiamento di forte contrapposizione all’azione di Governo’. L’imparzialità dei magistrati, scrive Nordio, ‘deve declinarsi anche sotto il profilo dell’apparenza, imponendo sobrietà, irreprensibilità e riservatezza dei comportamenti individuali, così da evitare il rischio di apparire condizionabili o di parte’. Perciò, in attuazione di quanto previsto anche dalla riforma sulla separazione delle carriere, Nordio assicura che è ‘fermo intendimento del Governo rimettere mano al novero degli illeciti disciplinari previsti dalla legge’, valutando l’eventuale reintroduzione nel nostro ordinamento del divieto di tenere comportamenti che compromettano l’indipendenza, la terzietà e l’imparzialità del magistrato, anche sotto il profilo dell’apparenza. E ci auguriamo che, così, sia finita l’epoca dei Patronaggio che fanno perdere fiducia nella magistratura e calpestano qualsiasi basilare principio di separazione dei poteri”. Lo dichiara il presidente dei senatori di FI, Maurizio Gasparri.
Roma 16 maggio 2025